martedì 11 marzo 2008

Riceviamo e volentieri pubblichiamo..............

Lettera aperta
Ai candidati alla presidenza del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana;

Berlusconi On. le Silvio; Bertinotti On. le Fausto; Borselli On. le Enrico; Casini on.le Pierferdinando; D’Angeli dott.sa Flavia; Ferrando prof. Marco; Santanchè on.le Daniela; Veltroni on.le Walter;
info@ilpopolodellaliberta.it; fausto.bertinotti@sinistrarcobaleno.it; enricoboselli@partitosocialista.it; info@udc-italia.it; sinistracritica.stampa@gmail.it; info@pclavoratori.it; organizzazione@la-destra.it; info@partitodemocratico.it;
Egregi onorevoli candidati vorrei portare alla vostra attenzione una situazione che trova riscontro nelle aule dei tribunali, di primo grado –d’appello –di cassazione e nell’aula della corte costituzionale ma tutte le sentenze rimettono in gioco il potere legislativo.
Il fatto: verso la fine degli anni 90, i governi decisero che la “ azienda autonoma delle poste e telecomunicazioni” dovette essere trasformata. Dapprima si trasformo in ente poste italiane e poi il parlamento italiano, alla quasi unanimità, la trasformò in Poste Italiane SPA ( legge n°449 del 1997 art.53 comma 6 lettera a).
I 250 mila dipendenti pubblici divennero dipendenti privati di Poste Italiane spa, e nessun dipendente fu liquidato nel passaggio dal rapporto di lavoro di diritto pubblico al diritto privato, da un’azienda ad un’altra. Dall’indennità di buonuscita si passò al TFR ( trattamento di fine rapporto). Nella sostanza la precedente indennità non si aggancia al nuovo trattamento. Le lavoratrici e lavoratori postali da allora possono verificare, dalle buste paga, solo l’accantonamento e la rivalutazione del TFR a decorrere dal 1998. Da allora nessuno di noi sa che fine a fatto la precedente liquidazione, né a quanto ammonta, ma solo il giorno del pensionamento si avrà la sfortuna di sapere che quella
liquidazione non ha mai subito, sino ad oggi, una rivalutazione. Infatti, coloro che sono andati, o stanno avviandosi, in pensione hanno scoperto che quella parte della liquidazione non è mai stata rivalutata. Tutto questo perché dal 1998 nessun governo, nessun parlamento e nessuna contrattazione tra le parti sociali si è preoccupato di garantire una giusta rivalutazione della precedente indennità di buonuscita. Dal 1998 ad oggi il valore di quell’indennità di buonuscita a perso oltre il 23% del suo potere d’acquisto.
Dico questo perché dopo tante udienze nelle varie aule dei tribunali la corte costituzionale ha espresso una sua valutazione conforme all’art 38 della costituzione repubblicana. Considerato il carattere sociale e previdenziale della questione e ravvisando che non esistono requisiti d’incostituzionalità delle normative legislative di riferimento, la corte rimette tutto alla discrezionalità legislativa e ad accordi con le parti sociali interessate. D’avviso diverso la corte di giustizia Europea che propende per un diritto acquisito la rivalutazione dell’indennità di buonuscita.
In conclusione vorrei ricordare che nelle ultime legislature alcuni parlamentari hanno presentato atti politici verso i governi in carica e quegli atti, non hanno mai trovato riscontro nelle aule parlamentari.

Grazie per un vostro eventuale riscontro Invio distinti saluti
PS: copia-incolla e spedisci ai candidati premier....................

Nessun commento: