mercoledì 6 febbraio 2008

Posta prioritaria, raccomandate,giornali che.......


non arrivano. Abbiamo letto sui giornali, abbiamo visto nei servizi televisivi, abbiamo ascoltato le rimostranze dei cittadini. Da mesi la corrispondenza non arriva giornalmente. Il “ portalettere “ passa a giorni alterni. Questo è il risultato di un accordo sindacati-azienda postale italiana. Sottoscritto quindici mesi fa quell’accordo doveva riorganizzare, e migliorare, il recapito della corrispondenza sul territorio nazionale. Ma è nato sotto una cattiva stella. La pretesa aziendale, sottoscritta dai sindacati di categoria, di diminuire il costo del lavoro con la riduzione dei livelli occupazionali è fallita. I sindaci dei comuni montani, le varie voci della cittadinanza, le associazioni dei consumatori e le rappresentanze sindacali unitarie dei luoghi di lavoro hanno fatto ripensare la politica aziendale di Poste italiane. Non è pensabile che si possano mantenere gli stessi livelli dei servizi riducendo il personale. Alle lavoratrici e lavoratori in servizio l’azienda pretendeva una velocizzazione dei ritmi di lavoro violando i limiti minimi di sicurezza. Nonostante le primissime difficoltà l’azienda ha proseguito nelle implementazioni del nuovo modello organizzativo. Oggi, dopo mesi e mesi di mobilitazioni scioperi territoriali, è stato decretato il fallimento del progetto aziendale. Eppure non abbiamo avuto sentore di qualche ammissione di fallimento. Recapito universale, recapito dedicato, recapito speciale. Questa suddivisione delle procedure per recapitare l’utenza alla cittadinanza è stata una scelta fallimentare. Gli operatori applicati in questi tre diversi modelli di recapito nelle fasi iniziali svolgono tutti le stesse attività. Cambiano i destinatari finali, ma nello stabilire i carichi di lavoro individuali i parametri ed i coefficienti aziendali hanno fatto tilt. E gli effetti di questo fallimento sono sotto gli occhi della popolazione.
Da alcuni giorni azienda e sindacati hanno sottoscritto un nuovo accordo che dovrebbe, forse, rivedere e riorganizzare le attività di recapito secondo canoni conformi alle possibilità umane delle donne e degli uomini che vi operano.
PS: Quel cervellone che ha proposto, e realizzato, la zona di recapito baricentrica dovrebbe presentarsi negli impianti produttivi postali e spiegarne la sua utilità. Ma la cosa peggiore è la ricaduta negativa sul personale portalettere. Prima le conoscenze ed i saperi del territorio erano equamente condivisi tra tutti “ i portalettere” del gruppo, o della squadra, operante nel territorio. Oggi quel cervellone ha riversato quei saperi e quelle conoscenze su un unico portalettere ( l’unico che gira ed opera in tutte le zone del gruppo). Il giorno che quel portalettere sarà in ferie, o in malattia, lascerà senza informazioni e conoscenze gli altri portalettere della squadra. Bravo, davvero bravo……

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro TazebaoWeb i cervelloni hanno commesso qualche errore di valutazione di troppo. Ne vorrei ricordare uno. Questi cervelloni hanno omesso di affrontare la realtà ovvero non hanno compreso che due civici potessero avere una tipologia residenziale molto diversa tra loro. Un civico con dieci appartamenti residenziali, senza portiere, ha un suo punteggio, per il recapito della corrispondenza ordinaria, ridotto del 52% e stabilizzato dal fattore di correzione e cosi si stabilisce la media giornaliera, circa 5/6 prodotti postali ordinari. L’altro civico con dieci appartamenti, ma solo due residenziali e gli altri otto con attività aziendali, professionali ecc. e senza portiere, dovrebbe avere un punteggio diverso e superiore per il lavoro preparatorio e per il recapito delle corrispondenze ordinarie ecc. perché non fossero mai 5/6 prodotti postali medi giornalieri ma qualche centinaio.
Ora se questi cervelloni si facessero un giretto nelle UDR, capirebbero che il processo lavorativo, dal lavoro preparatorio, recapito e finale, tra il recapito universale e il recapito dedicato non è cosi diverso, contrariamente a quanto hanno stabilito negli accordi.